TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 25/01/2009
   

L’ESECUZIONE DELL’INNOCENZA

di Michael Ross (in: North Coast Xpress, Occidental, CA, vol.3, n. 1, edizione dic.1994-gen.1995)

Generalmente, gli americani sanno molto poco di chi sta per essere giustiziato anche se e’ un uomo innocente. Il nostro sistema giudiziario riposa su un principio chiamato "del ragionevole dubbio", che intende proteggere l’innocente, ma non e’ sufficiente. Come ha scritto una volta Thurgood, Marshall della Suprema Corte di Giustizia Americana: "non importa quanta attenzione facciano le giurie, la possibilita’ di una falsa testimonianza, dell’errore di un testimone in buona fede e dell’errore umano rimangono troppo reali. Non abbiamo modo di valutare quante persone innocenti stanno andando incontro all’esecuzione, ma possiamo essere certi che ce ne sono state".

Nessuna questione inerente alle pena capitale disturba il pubblico piu’ della possibile esecuzione di u uomo innocente. Un recente sondaggio nazionale ha indicato che il 58% degli americani sono disturbati dal fatto che la pena di morte possa portare all’esecuzione di qualcuno che attualmente e’ innocente. E’ la preoccupazione n. 1 riguardo alla pena di morte nel nostro paese.

La prova piu’ evidente del fatto che persone innocenti siano state condannate a morte viene dall’esame fatto su un largo numero di persone che sono state condannate a morte e delle quali in una data posteriore e’ stata provata l’innocenza, e in seguito sono state liberate dal braccio della morte. Diamo un’occhiata ai casi piu’ recenti:

WALTER MCMILLIAN e’ stato rilasciato dal braccio della morte dell’Alabama dopo averci passato 6 anni a causa di una falsa testimonianza e dell’occultamento di prove che indicavano la sua innocenza. Era stato condannato per aver sparato al proprietario di un supermercato. Nel giorno dell’omicidio era a una grigliata di pesce con i suoi amici e parenti, molti dei quali testimoniarono al suo processo. Nessuna prova fisica lo collegava al crimine, ma tre persone che testimoniarono al processo lo collegarono all’omicidio. Tutti e tre i testimoni avevano ricevuto favori dallo stato per la loro testimonianza incriminante. Solo la fortuna ha salvato Walter McMillian. Dopo aver sentito il nastro di un testimone chiave contro McMillian, un avvocato volontario giro’ la cassetta per vedere se ci fosse qualcosa sull’altro lato. Solo cosi’ pote’ sentire lo stesso testimone confessare che era stato pressato ad accusare McMillian. Con quella svolta fortuita, l’intero caso contro McMillian comincio’ a crollare. Ogni elemento del procedimento di accusa e’ stato ora screditato. Tutti e tre i testimoni hanno ritrattato la loro deposizione. Il 3 marzo 1993 l’avvocato distrettuale assunse la difesa in un ricorso per far cadere l’accusa e Walter McMillian venne finalmente rilasciato.

FREDERICIO MARCIAS venne condannato a morte per un omicidio che non aveva commesso nello stato del Texas. L’avvocato d’ufficio di Marcias non aveva neanche preparato il caso per il processo. Qualche anno piu’ tardi un nuovo avvocato di un grosso studio prese in mano volontariamente il caso. L’accusa contro Marcias venne ritirata quando una corte federale riconobbe che il primo avvocato non era stato solo grossolanamente ininfluente, ma che aveva omesso prove considerevoli a favore dell’innocenza di Marcias. Marcias e’ stato rilasciato nel 1993 dopo che una giuria, dopo aver avuto accesso alle prove rivelate dal nuovo avvocato, ha rifiutato di confermare la sentenza.

KIRK BLOODSWORTH venne condannato a morte per lo stupro e l’omicidio di una ragazzina di 9 anni in Maryland nel 1984. Due ragazzi e un adulto raccontarono di aver visto la vittima insieme a un uomo che somigliava a Bloodsworth. Non c’era nessuna prova fisica che lo collegasse al crimine. Venne accusato e condannato a morte perche’ somigliava a qualcuno che poteva avere commesso il crimine. Qualche anno piu’ tardi un nuovo avvocato volontario fece fare sulla biancheria della ragazzina il test del DNA con una nuova tecnica che non era disponibile all’epoca del processo originario. Il test dimostro’ che il seme trovato sulla biancheria non poteva essere di Bloodsworth. Il 28 giugno 1993 Kirk Bloodsworth venne rilasciato, dopo che il test FBI del DNA aveva confermato che era innocente.

CLARENCE BRANDLEY venne accusato e condannato a morte per l’omicidio di uno studente dell’high-school nel 1981. Nel 1990 venne indetto un nuovo processo dopo avere scoperto che il pubblico ministero aveva nascosto prove dell’innocenza di Brandley e che i testimoni dell’accusa erano rei di spergiuro. Un giudice descrisse il suo processo come "uno scioccante scenario degli effetti di pregiudizio razziale, false testimonianze, intimidazioni di testimoni...". Tutte le accuse di conseguenza caddero e Clarence Brandley venne rilasciato.

RANDALL DALE ADAMS venne accusato e condannato a morte per l’omicidio di un poliziotto. Nel 1988 un film documentario "La sottile linea blu" sollevo’ seri dubbi sul caso di Adams, e le prove che presento’ formarono la base per una petizione che chiese un nuovo processo. Nel 1989 un giudice della corte d’appello ritiro’ l’accusa stabilendo che "lo stato si rese colpevole della soppressione di prove favorevoli all’imputato, influenzando la giuria.. e utilizzando consapevolmente false testimonianze". Adams venne rilasciato dopo che il pubblico ministero lascio’ cadere tutte le accuse contro di lui - ma solo dopo 12 anni passati in prigione per un crimine che non aveva commesso.

Casi che riguardano persone innocenti condannate a morte non sono cosi’ difficili da trovare e non sono cosi’ rari come il pubblico potrebbe immaginare. Un articolo stampato su "The Miami Herald" in data 11 luglio 1988 ha descritto i casi di 14 prigionieri che erano stati condannati a morte e che piu’ tardi erano stati scoperti innocenti.

Uno studio esteso a scala nazionale nel Novembre 1987 condotto da "The Stanford Law Review" scopri’ 349 casi analoghi. E un libro pubblicato recentemente - "Nonostante l’innocenza" - espansione dello studio di Stanford trovo’ che dal 1900 c’erano stati 416 casi documentati di americani innocenti che erano stati condannati per crimini punibili con la pena capitale.

Sfortunatamente, una volta che un uomo innocente sia stato condannato a morte, le sue probabilita’ di salvezza sono poche. Questo perche’ prima del processo l’imputato non ha bisogno di provare nulla. L’onere di trovare delle prove spetta allo stato che deve provare che l’imputato sia colpevole senza ragionevole dubbio. Tuttavia, dopo che l’imputato e’ stato giudicato colpevole, la presunzione di colpevolezza slitta a favore dello stato. Ora spetta all’imputato provare alla corte che non e’ colpevole.

E da questo momento non basta raggiungere il ragionevole dubbio; per capovolgere un verdetto l’imputato deve produrre "chiare e indiscutibili" prove della sua innocenza. E queste prove devono essere presentate in un lasso di tempo limitato. 17 stati attualmente limitano il tempo concesso per la presentazione di nuove prove a 60 giorni dopo la condanna. 18 altri stati hanno limiti che variano da 1 a 3 anni.


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